Il Territorio
Il territorio su cui è incentrato il progetto è situato nelle prime colline dell'entroterra romagnolo fra Rimini e Cesena, e più precisamente nelle Valli di Rigossa, Pisciatello e Rubicone ricadenti nei comuni di Sogliano al Rubicone, Roncofreddo, Longiano, Montiano, Borghi e Savignano sul Rubicone.
È un territorio prevalentemente collinare, con altitudini comprese fra i 30 e 400 metri sul livello del mare. Un popolo accogliente, un territorio fruibile e denso di attività turistiche, gastronomiche e culturali. Un territorio ricco di storia, di biodiversità dove il passo nel verde si fonde all'orizzonte con il blu del mare.
Una delle caratteristiche del territorio è la presenza di calanchi, avvallamenti stretti e profondi prodotti dall'erosione dell'acqua sui terreni argillosi, provocati e agevolati dal massiccio disboscamento di estese popolazioni di farnia, castagno e nocciolo, avvenuto tra il ‘700 e l'800.
Solo dagli anni '50 la diminuzione della presenza umana dovuta al progressivo abbandono dei terreni poco fertili, ha favorito il ritorno del bosco, purtroppo non con le sole pregiate essenze originarie ma con altre piante esotiche come la robinia. Anche la presenza di specie arbustive quali pungitopo e ginestra arricchiscono il paesaggio agroforestale. Alcuni documenti riportano anche come possibile la diffusione del faggio nella zona del Gorgoscuro; tale presenza, ad una quota altimetrica così bassa, sarebbe di notevole importanza naturalistica.
Dal punto di vista faunistico questi luoghi accolgono lepri e fagiani, cinghiali e caprioli. È possibile imbattersi nelle tracce di tassi, istrici, volpi e caprioli. Non manca anche la presenza del lupo che sempre più sta riprendendo i suoi territori da dove fu cacciato.
Fra i rettili, il più interessante è il cervone, rettile della famiglia dei colubridi che può raggiungere i due metri e mezzo di lunghezza.
Tra le specie di uccelli che maggiormente stanziano nella zona troviamo il pettirosso, la cinciallegra, l'averla, il verdone, il liù, il saltimpalo, l'upupa, il picchio muratore, la starna e la pernice. Possibili anche avvistamenti di rapaci come falchi e poiane.
Il paesaggio che troviamo oggi è quello di un territorio trasformatosi nel corso dei secoli, dove l'impronta dell'attività agricola è ancora tangibile. Una lenta ma progressiva ricolonizzazione da parte del bosco si nota comunque nelle ex zone rurali abbandonate da decenni. Il quadro territoriale ha quindi un'impronta agro-forestale molto diversificata.
All'interno dei sei comuni ricadono due Siti di Importanza Comunitaria:
- SIC IT4080013 Montetiffi, Alto Uso; 1.387ha
- SIC IT4080014 Rio Mattero e Rio Cuneo; 421ha
Questi due siti come quelli presenti nella restante Romagna e in Italia ricadono all'interno del progetto Rete Natura 2000. Un progetto a livello europeo atto alla salvaguardia della biodiversità naturale. Infatti attraverso due Direttive (Habitat e Uccelli) sono state tracciate le linee guida di lavoro, che gli Stati Membri hanno dovuto adottare, con l'obiettivo di conservare e ripristinare specie animali e vegetali e habitat oramai rari o minacciati di estinzione.
Si tratta di argille marnose leggermente arenacee, grigio-blu del pliocene (da 3 a 4 milioni di anni). In prossimità della superficie affiorano terreni più sabbiosi di colore giallo-giallo/arancio, che si presentano in banchi di spessori più o meno compatti (sabbie cementate). La granulometria delle sabbie varia da fine a media, ed alla base di ogni strato si osserva una struttura più massiccia che tende a diventare gradualmente più laminata in superficie. La caratteristica dominante è la frequente presenza di "ciottoli" (cogoli) arenacei. Gli strati arenacei sono separati da sottili livelli argilloso-sabbiosi e il contenuto in fossili è elevato. Elevata è la presenza di conchiglie di lamellibranchi. Al passaggio nell'alta pianura si osservano tipiche forme geomorfologiche sedimentarie come il cono alluvionale. In corrispondenza delle grandi variazioni di pendenza i torrenti hanno scaricato considerevoli spessori di sedimenti grezzi (sabbie e ghiaie). Questi depositi costituiscono la banda d'unione tra gli ultimi strati del pliocene e la pianura d'età olocenica (circa 10.000 anni fa), lungo periodo durante il quale si sono alternate le fasi glaciali e interglaciali del quaternario.
Non mancano i blocchi di roccia di diversa natura traslati fino a qui durante gli spostamenti e l'assestamento nella formazione della penisola italiana come tufo e calcare.
In queste valli numerose sono le testimonianze storiche lasciate dal passaggio dell'uomo; dalle Pievi alle Rocche, Torri e Castelli, per non dimenticare le fonti e i piccoli borghi rimasti abbandonati.
Queste terre furono zona di confine tra l'antica Roma e la Gallia, ma le prime notizie documentate riguardanti i monumenti storici presenti risalgono agli atti del Codice Bavaro (antico registro amministrativo della Chiesa Ravennate risalente ai secoli VII-X). Successivamente questi borghi medievali fortificati sparsi in tutto il territorio subirono le numerose vicissitudini delle signorie dell'epoca; dal dominio diretto della S. Sede a quello famoso dei Malatesta.
Da non dimenticare il passaggio di personaggi famosi come Napoleone Bonaparte e quello dell'eroe Giuseppe Garibaldi che qui trovò zone di rifugio e aiuti dalle popolazioni.
Anche in questi luoghi l'evento storico della Seconda Guerra Mondiale ed il passaggio del fronte lasciarono ferite strutturali e abbondante materiale bellico, oltre ai numerosi lutti.
Le testimonianze storiche materiali non mancano: i mulini, le cave e gli imponenti ruderi del ‘900 rievocano ancora i tempi in cui le numerose famiglie contadine romagnole animavano quella terra poco generosa.